giovedì 12 marzo 2015

Ausländerin #1

Una delle prime cose che impari quando cambi nazione, è che smetti di essere un individuo ma diventi IL o LA rappresentante dello stato da cui provieni. 
Non sei più Cinzia, diventi l'italiana. 
Fin tanto che non riesci ad allacciare amicizie e riprenderti la tua individualità, tutto ciò che una persona sa o pensa di sapere dell'Italia, diventa una tua caratteristica. 
Se ci si sofferma un attimo, questo errore lo commettiamo un po' tutti nei primi approcci con gli stranieri, solo che, semplicemente, non ci diamo peso. E' facile affidarsi agli stereotipi quando giochi in casa. Un po' meno facile è smentirli.
Non mi sono spostata dall'altra parte del mondo, in realtà mi bastano 3-4 ore di macchina per tornare a casa, eppure questa vicinanza non è sufficiente. Specialmente se i primi legami non li stringi con gente autoctona ma con altri stranieri che, alla fin fine, giudicherai te stessa prima in base a ciò che sai dal paese da cui provengono, e solo poi, in base a ciò che hai imparato da loro. 
Un serpente che si morde la coda, insomma.
Fortuna ha voluto che io non sapessi poi molto del Portogallo, Brasile o Spagna. Puoi chiedermi la geografia del luogo, le pietanze più famose, che lingua parlano ma, se mi chiedi che tipo di persone sono, non ne avevo un'idea chiara. I miei interessi sono sempre stati concentrati sull'oriente e qui, di giapponesi, non ne ho incontrato nessuno. 
Eppure, tutti sembrano conoscere il Bel Paese. Vuoi per il cibo, le opere d'arte, gli scandali politici, il calcio, i film o il paesaggio, troverai sempre un'opinione piuttosto chiara dell'Italia. Quell'opinione diventerà il metro di giudizio che useranno su di te. E' sicuro.

Questo è quello che io mi sono ritrovata a dover smentire o confermare:
- No. Non è assolutamente detto che TUTTE le italiane sappiano fare la pasta e la pizza in casa. Non nasciamo con il gene del pastaiolo/pizzaiolo, non abbiamo tutti un forno a legna e sì, la pasta e la pizza la compriamo già fatta. 
- Sì, diventiamo un po' tutti critici culinari quando si tratta di giudicare un piatto italiano all'estero. Non è colpa nostra se le nonne ci hanno viziato e la nostra pizza e/o caffè non è facile da emulare alla perfezione.
- No, italiano non è sinonimo di tifoso di calcio. Magari una grande maggioranza lo segue con foga ma NON tutti. Questo non significa che non ne sappiamo nulla, semplicemente non ci piace. Esistono italiani a cui non frega molto del calcio, non è una leggenda!
- Sì, la pasta è il nostro piatto base. Ti risolve una cena, perché puoi anche avere il frigo vuoto ma hai SEMPRE l'occorrente per du spaghetti aglio, olio e peperoncino.
- No, non puoi dire ad un italiano che la pasta non ti piace. Lo prenderà come un affronto personale e ti porterà in tavola cinquanta sfumature di pennette. Ti farà ricredere, trust me è inevitabile.
- Sì, gesticoliamo. Lo facciamo perché le parole non sono sufficienti ad esprimere tutto quello che vogliamo. Abbiamo anche una marea di dialetti e tendiamo ad alzare la voce. Imprechiamo, e molto.
- No, non cercheremo di imbrogliarti. Non siamo tutti mafiosi anche se capisco, vista la situazione politica nostrana, che tu possa avere dei dubbi a riguardo. C'è anche tanta brava gente nello stivale. Lo giuro.
- Sì, la mamma è sacra. Lo è tutta la famiglia in realtà. Questo però non fa di noi dei mammoni incalliti, non tutti per lo meno. 
- No, non siamo tutti cattolici praticanti. Vivere con il Vaticano ha sicuramente influenzato la nostra vita e solo ultimamente si è smesso di battezzare tutti e sposarsi in chiesa perchè, beh, è quello che fan tutti. Ci sono gli atei, molti più di quanti te ne aspetti.





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